Entrate: credito d'imposta per emolumenti pensionistici indebiti

Entrate: credito d'imposta per emolumenti pensionistici indebiti

Forniti chiarimenti sulla gestione fiscale di emolumenti pensionistici indebitamente corrisposti e alla possibilità di usufruire di un credito d'imposta del 30% (AdE - risposta 17 gennaio 2025, n. 7)

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Il contesto normativo e il caso specifico

L’istante, sostituto d'imposta, ha corrisposto emolumenti pensionistici al defunto dal settembre 2016 ad aprile 2018, presupponendone erroneamente l’esistenza in vita. Con una sentenza del luglio 2024, il Tribunale ha disposto la restituzione parziale di tali somme, comprese quelle giacenti su conti del defunto. La questione riguarda l’adempimento degli obblighi fiscali e la possibilità di beneficiare del credito d’imposta pari al 30% delle somme restituite.

Soluzione interpretativa proposta dall'istante

L'istante ha prospettato di:

- emettere una Certificazione Unica a nome del defunto, riportando l’importo netto restituito al punto 477;

- dichiarare il credito del 30% di tale importo nel Modello 770/2025, quadro SX, rigo SX1, colonna 5.

Il parere dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia ha confermato la possibilità di fruire del credito d’imposta del 30%, ai sensi dell’art. 150, co. 2, DL 19 maggio 2020, n. 34, ribadendo alcuni punti essenziali:

- momento di insorgenza del diritto al credito: il diritto matura nel periodo d'imposta in cui la restituzione è avvenuta, anche se la sentenza non è definitiva;

- soggetti interessati: è irrilevante se le somme siano restituite da un soggetto diverso dal beneficiario o dall’erede, purché queste siano imputabili al defunto.

La documentazione richiesta è la seguente:

- certificazione Unica 2025, intestata al defunto, con indicazione al punto 477 delle somme restituite al netto delle ritenute;

- modello 770/2025, quadro SX, con esposizione del credito pari al 30% delle somme indicate nella Certificazione Unica.

di Anna Russo

Fonte normativa

• AdE - risposta 17 gennaio 2025, n. 7